cessione del quinto

Nel mondo dei finanziamenti, un prestito si è particolarmente contraddistinto nell’ultimo decennio: la cessione del quinto dello stipendio e della pensione. Una tipologia di prestito al quale possono accedere anche quei soggetti che, loro malgrado, sono stati segnalati nella CRIF o nel bollettino telematico dei protesti.

La grande comodità, però, è insita nel pagamento delle rate: nonostante l’erogazione avvenga, come qualsiasi altro prestito, direttamente in conto corrente, l’impegno mensile è trattenuto direttamente dalla busta paga. Una modalità che consente, ad esempio, di poter far fronte puntualmente ai propri impegni, evitando che le rate vadano insolute e si possa essere ascritti alla categoria dei “cattivi pagatori”.

Come calcolare autonomamente la cessione del quinto dello stipendio

Quando si opta per questa soluzione, non sono pochi quei soggetti che si chiedono se è possibile calcolare la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. La risposta è affermativa ed andremo ora a spiegarvi, brevemente, come è possibile procedere a questa operazione.

Il primo passaggio è calcolare lo stipendio netto percepito: per ottenerlo, alla busta paga vanno sottratte alcune voci di importo variabile, come – ad esempio – gli assegni familiari piuttosto che le ore di lavoro straordinario. Questo importo, poi, va moltiplicato per il numero di mensilità percepite e si otterrà una sorta di “stipendio netto annuale”.

Lo stipendio netto percepito, poi, va diviso per 12, ovvero le rate annuali con cui rimborsare il finanziamento, e poi ulteriormente per 5; al termine di quest’ultima operazione sapremo l’ammontare massimo della rata che potremo richiedere mediante la cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Traslato all’atto pratico, vi forniamo un esempio concreto. Supponiamo che l’importo netto percepito, scorporato delle voci sopra descritte, sia di €.2000,00, si procederà coi seguenti calcoli: 2000X13= €. 26000 (somma netta globale); 26000:12= €.2166 (somma netta annuale divisa per le dodici rate annuali); 2166:5= €.433 (importo massimo trattenibile dalla busta paga o pensione percepita).

Tramite internet, tuttavia, è possibile reperire ulteriori preziose informazioni su questa tipologia di finanziamento. Guide come quella di prestitisenzabusta.it sono tra le più complete che potrai trovare su internet per quanto riguarda la procedura di richiesta del rimborso della cessione del quinto dello stipendio.

Rinnovo cessione del quinto: quando è possibile richiederla?

Un’operazione, il rimborso della cessione del quinto, che consente al contraente di poter estinguere anticipatamente il prestito e ottenere il rimborso di una parte delle spese sostenute all’atto dell’erogazione del finanziamento, come il premio assicurativo e le spese accessorie. Quando si procede a questa opzione, è opportuno rivolgersi alla società erogante e chiedere un preventivo per l’estinzione anticipata del quinto dello stipendio.

Nella maggior parte dei casi, però, è solo il primo step per procedere ad un’altra grande opportunità che consente questa tipologia di prestito: il rinnovo. La cessione del quinto, infatti, può essere nuovamente richiesta anche in una data antecedente alla scadenza pattuita, consentendo al richiedente di ottenere quella liquidità aggiuntiva di cui necessita.

Il rinnovo della cessione del quinto, di conseguenza, consente la rinegoziazione del finanziamento e di poter sfruttare alcuni grandi vantaggi: oltre alla già citata opportunità di rinegoziare la scadenza del finanziamento, si può mantenere inalterata la rata prelevata mensilmente dalla busta paga e saldare il debito residuo mediante l’erogazione del nuovo prestito.

Esistono, tuttavia, alcune regole alle quali sottostare per procedere al rinnovo della cessione del quinto. Ad esempio, è possibile richiederla nel caso in cui il prestito in corso sia stato ammortizzato per almeno il 40%, anche se esiste un’eccezione: qualora la cessione del quinto fosse stato richiesta con una durata inferiore ai 60 mesi, è possibile richiedere il rinnovo anche se non fosse stata raggiunta la summenzionata soglia del 40%, a patto che il rinnovo sia di durata perlomeno decennale.