Chi ha l’hobby della coltivazione indoor, si informa, per forza di cose, sulle modalità migliori per illuminare le proprie piante. Le luci a LED sono fra le alternative migliori. Chi passa in rassegna le lampade led su idroponica.it o su altri siti di e-commerce simili – dedicati sempre alla coltivazione indoor – si trova davanti a diverse tipologie di corpi illuminati. L’espressione “lampade a LED”, infatti, è una porta aperta su un vero e proprio universo. Scopriamo i principali “pianeti” dai quali è composto.
Lampade a LED Quantum Board
Le lampade a LED Quantum Board sono fra le più apprezzate quando si parla di soluzioni per illuminazione dedicate ai coltivatori domestici. Come dice la parola stessa, si tratta di tavole. Ciascuna di esse, è caratterizzata dalla presenza di diodi a LED.
Per quanto riguarda i pro, ricordiamo innanzitutto l’accessibilità dal punto di vista economico. Queste tipologie di lampade a LED, inoltre, sono molto compatte. Ciò le rende, ribadiamo, molto adatte a essere utilizzate in contesti domestici, notoriamente contraddistinti da uno spazio ridotto. Possono altresì essere impiegate senza bisogno di ventole, con tutti i vantaggi del caso per quanto riguarda il rumore.
Come in tutti i casi, anche in questo è possibile parlare di contro. Quali sono i più rilevanti? I modelli più economici sono spesso caratterizzati da prestazioni ridotte. Da non trascurare è poi il fatto che, di frequente, si può apprezzare un calore eccessivo sulla piastra.
Barre a LED
Le barre a LED sono, ormai da diverso tempo, il gold standard quando si parla di coltivazioni indoor all’insegna del risparmio e della sostenibilità. Semplici da gestire, hanno l’oggettivo vantaggio di essere caratterizzate da uno spettro luminoso customizzabile. Anch’esse silenziose, sono apprezzate anche per il fatto di poter essere collegate in serie.
I contro? Il costo, non sempre accessibile ai coltivatori alle prime armi. Rammentiamo altresì il loro essere lampade predisposte per le centraline di controllo, la cui gestione non è certo il massimo della semplicità per i coltivatori alle primissime armi o per quelli che non hanno tanto tempo a disposizione.
Lampade a LED a disco
In questo caso, si entra nella storia: le lampade LED a disco, infatti, sono state le prime di questa tipologia a essere state proposte sul mercato di massa. Ovviamente, nel corso degli anni, sono state oggetto di diverse implementazioni tecniche.
Per quanto riguarda i loro vantaggi, in primo piano troviamo senza dubbio il prezzo. Se nei decenni scorsi si poteva dire che fossero costose, oggi sono decisamente accessibili. I coltivatori le amano anche per la loro capacità di dissipare calore in maniera agevole. Semplici da utilizzare, hanno una struttura che le protegge dall’umidità.
Cosa dire, invece, in merito ai contro? Che fra i principali rientra indubbiamente il loro essere più ingombranti rispetto ad altri modelli. Poco silenziose – sono associate a delle ventole – permettono di regolare lo spettro luminoso e di accendere i diodi a seconda delle necessità del momento.
LED COB (Chip on Board)
Le lampade LED COB possono essere considerate le “cugine” di quelle a disco (qui un approfondimento). Per amor di precisione, si dovrebbe parlare di una loro evoluzione. Contraddistinte da uno spettro completo, sono adatte sia alla crescita, sia alla fioritura delle piante.
Il loro case, esattamente come quello del LED disco, le protegge dalle aggressioni dell’umidità e dalla polvere.
Tra i motivi per cui vengono apprezzate dai coltivatori spicca la loro forte penetrazione luminosa, così come la potenza, più alta rispetto a quella dei LED a disco.
Quando le si chiama in causa, è necessario rammentare la loro capacità di produrre un calore maggiore rispetto ai LED a disco. Molto spesso, vengono criticate per il fatto di essere caratterizzate da un case pesante. La loro potenza, se non si posizionano bene le piante, può rivelarsi eccessiva e dannosa.